La settimana scorsa abbiamo analizzato come si possa allenare l’equilibrio in soggetti con amputazione unilaterale degli arti inferiori. Non si può tuttavia parlare di questi argomenti tralasciando l’influenza delle caratteristiche delle protesi sulla performance di equilibrio e non solo. È infatti stato dimostrato da una recente review che il tipo di piede prostetico può influenzare la stabilità mentre si è in piedi e durante la camminata (Kamali et al., 2013). Nello studio di Nederhand et al. (2012) veniva valutata in un gruppo di 14 soggetti amputati unilaterali la distribuzione del carico in statica e il Dynamic Balance control (DBC, riflessione diretta del momento generato dalla caviglia) e la distribuzione del carico in un compito che richiedeva il mantenimento dell’equilibrio in seguito a delle perturbazioni. Nei risultati viene riportato come esista un’asimmetria molto maggiore fra arto sano e arto residuo nel DBC rispetto che nella distribuzione del carico, e in maniera più interessante per la nostra disamina che esiste una correlazione statisticamente significativa fra DBC e rigidezza della protesi. In un altro studio, Segal et al. (2010) non hanno invece trovato differenze nella stabilità della camminata utilizzando un adattatore torsionale (strumento con l’obbiettivo di facilitare la rotazione sul piano trasverso). In un altro interessante articolo di Fey et al. (2011) indagava le differenze in una gait analysis in 3 differenti condizioni di rigidezza della protesi. È emerso che al decrescere della rigidezza aumentava il ROM, l’immagazzinamento e ritorno di energia elastica e si riscontrava una maggiore attivazione muscolare (del vasto mediale e gluteo medio nell’arto residuo e del basto mediale e retto femorale nell’arto sano) che serviva a dare al corpo il supporto necessario.
Alla luce di questi risultati protesi maggiormente rigide sembrano favorire l’equilibrio statico, mentre protesi meno resistenti sembrano favorire la mobilità durante il movimento e il ritorno di energia elastica. Pertanto in genere protesi più rigide vengono utilizzate su soggetti maggiormente a rischio di caduta, mentre quelle più cedevoli in soggetti maggiormente attivi o sportivi. Tuttavia utilizzare protesi differenti durante l’allenamento può diventare uno strumento per il fisioterapista o l’esperto dell’attività motoria adattata per variare i livelli di difficoltà dell’esercizio, le attivazioni muscolare e allenare il paziente in diverse condizioni in modo di massimizzare l’apprendimento.
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BIBLIOGRAFIA
Fey N, Klute G, Neptune R (2011) The influence of energy storage and return foot stiffness on walking mechanics and muscle activity in below-knee amputees. Clinical Biomechanics 26: 1025–1032
Kamali M, Karimi MT, Eshraghi A, Omar H (2013) Influential factors in stability of lower-limb amputees. Am J Phys Med Rehabil 2013;92:1110
Nederhand MJ, Van Asseldonk EH, van der Kooij H (2012) Dynamic balance control (DBC) in lower leg amputee subjects: contribution of the regulatory activity of the prosthesis side. Clin Biomech 27:40
Segal AD, Orendurff MS, Czerniecki JM (2010) Local dynamic stability of amputees wearing a torsion adapter compared to a rigid adapter during straight-line and turning gait. J Biomech 43:2798-803