La forza e il muscolo: come evitare l’erosione muscolare

Mantenere la muscolatura e la forza dei muscoli più a lungo anche con l’avanzare dell’età può risultare complicato.

La perdita di massa muscolare è un processo inevitabile con l’avanzare dell’età.

Studi epidemiologici indicano che a partire dai 45 anni si verifica una perdita della forza muscolare pari all’8% ogni 10 anni. Tra i 50 e i 70 anni, invece, la perdita di forza muscolare si attesta dal 20 al 30%, procedendo progressivamente sino ad una perdita del 30% per decade dopo i 70 anni.

Parallelamente si registra in media una perdita di massa muscolare dell’ordine di 1,5-2,5% per anno a partire dai 60 anni. Un ritmo di depauperamento del patrimonio muscolare che ne comporta il dimezzamento entro i 75 anni di età.”

La Stampa

Come evitare l’erosione muscolare con l’avanzare dell’età? Con l’alimentazione

Questo processo di erosione muscolare può essere rallentato e parzialmente invertito grazie a una dieta equilibrata e a una regolare attività fisica.

Per l’aspetto alimentare è fondamentale una dieta regolare con una ricca idratazione e un corretto apporto proteico. A volte è opportuno un supporto di Arginina e Vitamina C. Questa associazione svolge un ruolo sinergico per la sintesi dell’ossido nitrico sintasi, cruciale per potenziare il sistema immunitario e proteggere l’endotelio, aiutando così a ripristinare la forza e la massa muscolare e migliorando significativamente i sintomi di stanchezza e debolezza legati alla perdita di muscolo “mangiato” dall’età.

Come evitare l’erosione muscolare con l’avanzare dell’età? Con l’esercizio fisico

Per la componente motoria superati i 50 anni è essenziale un allenamento di almeno tre volte la settimana, seguiti da personale idoneo (il Chinesiologo).

In fase di preparazione si può svolgere una attività aerobica e di stretching mentre per la parte centrale degli allenamenti non bisogna aver paura di incrementare lo sforzo utilizzando anche pesi e supplementi di carico. La progressione nel lavoro è fondamentale per prevenire eventuali infortuni muscolari ed articolari. Il tutto deve essere supportato da una corretta impostazione posturale che diviene il pilastro sul quale costruire la “struttura esterna”.

Postura, forza, equilibrio, mobilità sono l’essenza del nostro benessere.

Per un lavoro utile e ben programmato serve il costante supporto di un professionista preparato.

Postura e dinamica del passo

L’esame baropodometrico è un test non invasivo che permette di valutare la qualità dell’appoggio dei piedi e consente di analizzare le caratteristiche del passo: qualità dell’appoggio, punti di carico, distribuzione del carico, lunghezza del passo, ecc. Una importante serie di parametri utili ad indagare la statica e la dinamica del movimento.

A cosa serve l’esame baropodometrico?

In genere l’esame baropodometrico serve per:

  • per individuare se e quali difetti funzionali o di carico esistono nella propria camminata
  • per confrontare il proprio passo con i parametri scientifici ideali del passo
  • per avere un riscontro su base scientifica dei risultati e determinare un punto iniziale di verifica della propria situazione dei piedi e di sviluppo negli anni a venire
  • per creare una verifica periodica che permetta di stabilire se la situazione migliora, se è stabile, peggiora o se è definitivamente risolta.
Esame baropodometrico

Quali visite specialistiche se riscontriamo problemi posturali o dolori a gambe e piedi?

Se pensiamo di avere problemi posturali o riscontriamo dolori a schiena, gambe e piedi, una soluzione dovrebbe essere sottoporsi ad una visita specialistica, normalmente fisiatrica, dove potrebbero consigliarci un esame baropodometrico e soprattutto l’analisi del passo. Questo tipo di esame è utile per rilevare anomalie nell’appoggio del piede e provvedere, quindi, alle opportune correzioni.

A cosa servono gli esercizi di rieducazione posturale e perché farli

Dopo una doverosa analisi non perdiamo altro tempo e iniziamo un percorso di rieducazione posturale idoneo.

Alcuni esercizi di ginnastica posturale per:

  • presa di coscienza del nostro corpo
  • presa di coscienza del difetto posturale
  • adeguata ginnastica di mobilizzazione decompensata
  • potenziamento muscolare del sistema posturale
  • educazione e rieducazione all’equilibrio statico e dinamico
  • ricostruzione analitica e globale della dinamica del passo della marcia della corsa

Porteranno sicuramente a risultati positivi… ma non dimentichiamo di effettuare i regolari controlli e soprattutto non interrompere il lavoro motorio appena si alleviano i dolori.

Il Chinesiologo saprà darci i giusti consigli!


Fonte immagine: Valutazione baropodometrica, Fisiomedica2000

Il trattamento della scoliosi

Cos’è la scoliosi?

La scoliosi è una deviazione tridimensionale della colonna vertebrale. Questo comporta una deviazione laterale sul piano frontale, una sul piano anteroposteriore con conseguente alterazione delle curve fisiologiche e una rotazione sul piano trasversale che da vita al gibbo costale o salienza lombare.

La scoliosi idiopatica: 3 tipologie di intervento

La scoliosi idiopatica, ha una possibile evoluzione sino alla fine della crescita ossea che normalmente è attorno ai 15 anni. Sino a quel momento è essenziale sottoporsi alle visite di controllo effettuate da specialisti della schiena.

Esistono tre tipologie di intervento per il trattamento della scoliosi:

  • Scoliosi tra i 10 e 20°: si agisce soltanto con attività di “Ginnastica Correttiva” o usando un termine più in uso oggi “Ginnastica Posturale” o se preferiamo “Ginnastica Preventiva e Adattata
  • Scoliosi tra i 20 e 45°: si agisce con corsetto e ginnastica posturale
  • Scoliosi oltre i 45/50° si valuta la possibilità di intervento chirurgico, previa ginnastica posturale

Ovviamente ci sono anche altri fattori che possono influenzare la scelta dello specialista come ad esempio trapiombi, gibbi, età, risser, ecc.

Quali risultati si possono ottenere con la ginnastica preventiva?

La componente motoria è sempre presente nel trattamento della scoliosi al fine di perseguire i seguenti risultati:

  • Presa di coscienza del proprio corpo
  • Presa di coscienza del difetto
  • Mobilizzazione distrettuale specifica
  • Autocorrezione
  • Tonificazione e stabilizzazione della curva
  • Integrazione posturale delle correzioni apprese

Il trattamento deve essere eseguito sino alla fine della crescita per evitare ricadute sui risultati ottenuti

Ovviamente per perseguire tali obiettivi serve del personale specializzato e ben a conoscenza delle complesse problematiche annesse.

Non basta essere Chinesiologi o Terapisti serve una esperienza specifica e profonda del problema.

Scoliosis Treatment Crass Cheneau, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Cos’è l’artrosi dell’anca?

La coxartrosi è un processo degenerativo che colpisce l’articolazione dell’anca. Si tratta, senza dubbio, di una delle forme di artrosi più importanti, sia per la frequenza con cui si manifesta nella popolazione, sia per la grave invalidità che ne può conseguire.

Quali sono le cause dell’artrosi dell’anca?

Artrosi dell'anca radiografia

L’artrosi dell’anca è una patologia causata dalla degenerazione della cartilagine che ricopre l’articolazione dell’anca. La cartilagine svolge una funzione cuscinetto e permette lo scorrimento delle ossa l’una contro l’altra, evitando gli attriti. Quando si rovina e non ricopre più del tutto le superfici articolari, l’aumento dell’attrito può generare l’infiammazione delle altre parti molli, come tendini e legamenti.

La coxartrosi colpisce maggiormente le persone tra i 40 e i 60 anni, con maggiore frequenza le donne e gli individui con problemi di sovrappeso o obesità.

Artrosi dell’anca: sintomi e localizzazione del dolore

Il quadro appena citato comporta una serie di sintomi dolorosi, una fastidiosa sensazione di rigidità dell’articolazione e l’Impossibilità di compiere alcuni movimenti, arrivando a rendere difficoltoso anche l’atto stesso del camminare.

Come per tutte le altre forme di artrosi, i sintomi tipici della coxartrosi sono il dolore e la limitazione dei movimenti. Entrambi tendono a peggiorare con il passare del tempo. Il dolore viene avvertito all’inguine o alla parte anteriore della coscia, mentre più rara è la localizzazione al gluteo.

In altri casi, il dolore può essere avvertito nella regione esterna della coscia e può scendere fino al ginocchio. Una caratteristica importante è la sua evoluzione progressiva, se inizialmente viene accusato camminando o dopo sforzi prolungati, per poi attenuarsi con il riposo, nelle fasi più avanzate il dolore tende a persistere nel tempo.  

Come diagnosticare l’artrosi e come prevenirla

Per diagnosticare l’artrosi degenerativa dell’anca e soprattutto per classificarla è necessaria una radiografia nelle due posizioni standard: antero posteriore di bacino e assiale di anca. Questo esame serve ad evidenziare i quattro segni radiologici fondamentalidell’artrosi:

  1. riduzione della rima articolare
  2. addensamento dell’osso subcondrale
  3. geodi (cavitazioni dell’osso)
  4. osteofiti

L’attività rieducativa è fondamentale per la prevenzione e per la conservazione della salute della cartilagine articolare.

Cos’è la lombalgia o dolore della parte bassa della schiena?

Il mal di schiena colpisce almeno il 60% della popolazione e contrariamente a quanto si pensa non è soltanto un problema dell’età avanzata, l’incidenza di mal di schiena sui giovani rasenta il 50%, anche se le cause sono differenti.

La nostra colonna vertebrale è composta da numerose vertebre tra le quali è interposto un disco in grado di facilitare il movimento e assorbire i carichi, ma se degenerato altera la meccanica e la funzionalità.

Quali sono le più comuni forme di lombalgia?

In base alla durata del dolore si distinguono varie forme di lombalgia:

  • Lombalgia acuta: è caratterizzata dalla comparsa improvvisa di un forte dolore, che tende a risolversi generalmente nel giro di pochi giorni. A questa categoria appartiene il cosiddetto “ colpo della strega”, di fatto una contrattura muscolare causata da un movimento brusco o dall’aver sollevato un peso eccessivo;
  • Lombalgia subacuta: la persistenza del dolore si protrae per più tempo rispetto alla forma acuta, anche se scompare entro le 12 settimane;
  • Lombalgia cronica: nonostante il disturbo di norma sia più sopportabile rispetto al dolore acuto, è la forma di lombalgia più invalidante in quanto permane per più di 3 mesi, compromettendo, nelle situazioni più gravi, anche le normali attività quotidiane.

Dolore da lombalgia: dove si sente?

Tra le zone dove più frequentemente il dolore vertebrale si annida troviamo la zona lombare e questo sembra dovuto all’incremento delle lordosi e al conseguente sovraccarico delle faccette posteriori e schiacciamento del disco intervertebrale.

Quando analizziamo il dolore lombare serve fare un’ulteriore distinzione tra lombalgia e sciatalgia che coinvolge anche il nervo con conseguente irradiazione alla coscia e a volte a tutta la gamba.

Quali sono i principali fattori di rischio?

Sono numerosi anche i fattori di rischio o le condizioni fisiche predisponenti che possono favorire l’insorgenza del mal di schiena:

  • sedentarietà o in generale scarsa attività fisica
  • mantenere la posizione eretta e statica per lungo tempo
  • sollevare carichi pesanti nel modo scorretto
  • eccessivo sforzo fisico, anche sportivo
  • assumere una postura scorretta da seduti e in piedi, soprattutto se mantenuta per un periodo di tempo prolungato
  • sovrappeso e obesità
  • debolezza muscolare
  • camminare con calzature scomode o non adatte al terreno
  • materasso non adeguato a un buon riposo notturno
  • fattori psicologici come stress o depressione, favoriscono soprattutto la cronicizzazione del dolore
  • fumo
  • colpi di freddo o correnti d’aria
  • gravidanza e ciclo mestruale

Artrosi del ginocchio: cosa fare?

Il ginocchio è una delle più grandi articolazioni portanti del corpo. Un ginocchio ben bilanciato si muove facilmente, permettendo di camminare, correre, girare, saltare e piegarsi senza dolore. Una complessa rete di ossa, cartilagine, legamenti, muscoli e tendini lavora insieme per rendere funzionante il ginocchio.

Cos’è l’artrosi del ginocchio?

L’artrosi del ginocchio, o gonartrosi, è una malattia cronico-degenerativa che porta ad un danno articolare crescente. Può essere considerata una sorta di “usura” dei capi (superfici) articolari: lo strato di cartilagine che riveste i condili femorali e i piatti tibiali si assottiglia, progressivamente, fino ad esporre l’osso sottostante, che reagisce addensandosi e producendo escrescenze periferiche appuntite, gli osteofiti.

L’artrosi si definisce “primitiva” quando compare dopo i 55 anni di età, “secondaria” quando è conseguente a varie patologie, come nelle conseguenze post-traumatiche, infettive o reumatiche ed è più frequente a livello femminile (Valli).

Le 5 principali cause di artrosi

  1. Età: con l’avanzare degli anni le cartilagini perdono fisiologicamente elasticità e resistenza alle sollecitazioni esterne, con conseguente aumento del rischio di lesioni articolari.
  2. Fattori meccanici: traumi, fratture o malformazioni sono i fattori di rischio maggiormente coinvolti. In seguito a un trauma si può instaurare, infatti, un processo infiammatorio e l’attivazione non fisiologica dei condrociti che portano alla formazione di fibre di collagene più sottili e disomogenee. Il tessuto cartilagineo così indebolito è maggiormente suscettibile verso le fratture anche a causa dell’infiltrazione del liquido sinoviale al suo interno.
  3. Fattori genetici: la trasmissione familiare così come alcune malattie ereditarie possono compromettere il metabolismo e la funzionalità articolare.
  4. Sovrappeso, obesità, malattie metaboliche: condizioni che comportano un sovraccarico funzionale, con conseguente aumento di attrito e carico a livello delle articolazioni.
  5. Infiammazione: il processo infiammatorio può svolgere un ruolo importante sia nell’insorgenza dell’artrosi sia nella sua progressione.

Come si cura l’artrosi?

Attualmente, non esistono cure specifiche per l’artrosi, ma solo trattamenti sintomatici. Tra i trattamenti sintomatici per la gonartrosi, rientrano sia terapie conservative che terapie chirurgiche; di norma, le terapie conservative hanno la precedenza sulle terapie chirurgiche.

L’attività rieducativa, la ginnastica razionale e finalizzata sono in grado di dare un forte contributo alla conservazione di articolazioni così importanti per la qualità della nostra vita.

Diego Sarto – Palestra Centro San Marco

Ben-essere e postura: sono collegati?

Benessere e postura sono due lati della stessa medaglia.

Condurre una vita sana e fare esercizio fisico regolare non è sufficiente per avere un corpo “equilibrato”.

Come deve essere un corpo equilibrato?

Con il termine equilibrato non si intende semplicemente esteticamente gradevole e con muscoli ben disegnati, quanto piuttosto un corpo in grado, quando è in movimento, di “Muoversi in modo simmetrico e senza creare danni a lungo termine” (Perissinotto).

Una postura corretta è il presupposto del buon funzionamento di tutto il sistema corporeo.

Una postura scorretta invece va ad alterare il naturale equilibrio del corpo, causando disturbi significativi. Anche se può sembrare strano, mal di schiena, formicolii, vertigini, mal di testa, torcicollo, dolori cervicali, dolori alle articolazioni, ripetuti traumi nello stesso punto e ridotta prestazione sportiva sono sintomi diversi tra loro che hanno spesso una causa comune nella postura scorretta (Fraccaro).

Cos’è il sistema posturale?

È un insieme molto complesso, che vede coinvolte strutture del sistema nervoso centrale e periferico, soprattutto l’occhio, il piede, il sistema cutaneo, i muscoli, le articolazioni ma anche l’apparato stomatognatico (sistema occlusale e lingua).

Il sistema nervoso centrale utilizza le informazioni ricevute da occhio, pianta dei piedi e  cute in primo luogo, per avere la consapevolezza della posizione del corpo e poter impostare correttamente quanto voluto nei confronti del mondo esterno e di sé stesso.

La postura è espressione di un vissuto ereditato, di un vissuto personale, della formazione e deformazione culturale, di memorie dei propri traumi fisici ed emotivi, del tipo di vita e di stress che conduciamo, del tipo di lavoro e di sport a cui ci siamo assoggettati nel tempo; postura è il modo in cui respiriamo, il modo in cui stiamo in piedi, ci atteggiamo e ci rapportiamo con noi stessi e con gli altri. La nostra postura è espressione della nostra storia.

Raggi

Qual è la postura corretta? Esiste davvero?

La postura è l’atteggiamento del corpo nel confronto con l’ambiente e deriva da informazioni che riceviamo dai nostri sensi (occhio, orecchio, muscoli, etc.). In base a questi riferimenti noi assumiamo un certo atteggiamento (posizioni del corpo, postura).

La postura in equilibrio ideale (postura standard) è quella che consente la massima efficacia del gesto in assenza di dolore e nella massima economia energetica: tutte le forze che agiscono sul corpo sono bilanciate e, quindi, lo stesso rimane nella posizione di equilibrio statico oppure è in grado di eseguire, in equilibrio dinamico, un movimento finalizzato.

La postura standard

Nella postura standard:

Postura corretta ragazza cinese
  • la testa è eretta in posizione ben equilibrata con il piano occipitale parallelo al pavimento ed il piano bipupillare parallelo all’orizzonte, in modo che sia minima la tensione a carico dei muscoli del collo;
  • la colonna vertebrale presenta curve fisiologiche;
  • le ossa degli arti inferiori hanno un allineamento ideale per il sostegno del peso;
  • il torace e la regione dorsale si trovano in una posizione che favorisce la funzione ottimale degli organi della respirazione;
  • la posizione “neutra” del bacino suggerisce il buon allineamento dell’addome, del tronco e degli arti inferiori (Ministero della Salute 2017)

Qual è la potura corretta? Quali sono le posizioni da tenere?

Esistono molte linee guida che ci indirizzano verso un buon modo di comportarsi.


10 suggerimenti per una postura corretta
  1. Sedersi con la schiena dritta.
  2. Mantenere le normali curve fisiologiche nella schiena.
  3. Sedersi alla fine della sedia.
  4. Distribuire uniformemente il peso corporeo su entrambi i fianchi.
  5. Piegare le ginocchia ad angolo retto e tenerle anche più alte delle anche.
  6. Tenere i piedi poggiati sul pavimento.
  7. Cercare di evitare la stessa posizione da seduti per più di 30 minuti.
  8. Regolare l’altezza della poltrona e la postazione di lavoro.
  9. Evitare di torcersi da seduti per recuperare gli oggetti lontani.
  10.  Alzarsi dalla posizione seduta spostandosi prima verso la parte anteriore del sedile della sedia e raddrizzando in seguito le gambe.

Ricordiamo però che…
  • Ogni persona ha una sua individualità.
  • Ogni persona ha caratteristiche morfologiche e anatomiche specifiche
  • Ogni scelta posturale deve adeguarsi a questa realtà

In pratica non esiste la postura perfetta, ma infinite scelte adatte a te.

Il Chinesiologo è la persona che per te studia queste capacità adattive in modo da applicarle alle necessità del singolo soggetto. Chiedi di Lui e contattaci.

Allena-menti… non solo il corpo!

Corpo e mente hanno un legame indissolubile, anzi una simbiosi totale e assoluta.

Oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera la salute come uno stato di benessere biologico, psicologico e sociale e non la semplice assenza di malattia. Il punto cruciale è una visione olistica dell’uomo che non è una macchina ma, come sostiene Galimberti

“L’uomo è un tutto unitario dove la malattia si manifesta a livello organico come sintomo e psicologico come disagio, e che presta attenzione non solo alla manifestazione fisiologica ma anche all’aspetto emotivo che l’accompagna.”

Perché concentrarsi sulla persona anziché sulla malattia?

Le malattie psicosomatiche sono quelle malattie che colpiscono il corpo ma che nascono e trovano origine nella psiche.

Per questo, diventa importante, concentrarsi sulla persona piuttosto che sulla malattia in sé e comprendere il significato che la malattia assume per il soggetto. L’uomo non può essere considerato un contenitore di organi, la malattia non può essere identificata solo con l’organo malato e quindi l’unico ad essere curato, considerando, come sostengono gli orientali, che l’organismo non si può ammalare in una sola parte lasciando integro tutto il resto. (Bertagni G.).

La postura come specchio del nostro essere interiore

Per questo la postura non può essere considerata solo un modo di porsi nello spazio ma la postura è comunicazione non verbale. Espressione del nostro essere interiore, della nostra assenza o presenza di autostima. Molto spesso si ritrova lo stesso atteggiamento posturale in più membri di una stessa famiglia. Questo perché, al pari delle patologie, dei comportamenti e delle affettività familiari, si riscontrano anche diversi tipi di atteggiamenti posturali simili e, se si osserva il fenomeno da una prospettiva più generale, è possibile individuarli nella stessa cultura e società di appartenenza della famiglia.

La postura, infatti, dipende anche dal carattere emotivo del sistema familiare. Per l’emobodied cognition allora, il rapporto tra mente e corpo è bidirezionale: la nostra mente influenza il modo in cui il corpo reagisce e, allo stesso tempo, la “forma” del nostro corpo (anche la postura che assumiamo) attiva la nostra mente.

Ad esempio, quando le persone sono portate ad adottare una postura diritta e a ridere, queste rievocano più velocemente ricordi autobiografici positivi (Riskind, 1984). Ancora, assumere una posizione ricurva rispetto a una diritta, può portare le persone a sperimentare meno orgoglio (Stepper e Strack, 1993), e a chiedere meno aiuto e supporto se tristi (Riskind e Gotay, 1982).

Scoliosi e gibbo: due fratelli inseparabili

La scoliosi idiopatica è una deformazione di tipo tridimensionale e che pertanto coinvolge tutti e tre i piani dello spazio:

  • Una deviazione frontale
  • Una deviazione laterale o anteroposteriore
  • Una rotazione sul piano trasverso

Ed è di quest’ultima che adesso parleremo. La rotazione su piano trasverso produce ovviamente una rotazione dei corpi vertebrali che a loro volta trascinano con loro, a livello toracico, le coste. Mentre a livello lombare non esistono parti ossee adiacenti e pertanto la tensione si oggettivizza soltanto a livello delle traverse e delle componenti muscolari.

Come si evidenza la rotazione sul piano trasverso nei casi di scoliosi?

Questa rotazione si evidenzia e si misura tramite un test, il bending test, o test di Adams, che ogni genitore e insegnante può e deve imparare a svolgere.

  • In ortostasi, gambe unite, ma senza tensione, si flette il busto in avanti.  Se alla flessione si evidenzia un zona più alta della controlaterale si deve pensare ad una possibile scoliosi, ovviamente la diagnosi spetta solamente al medico.
La socliosi in ortostasi
Evidenza di gibbo su caso di scoliosi

Il gibbo può essere di lieve entità quindi sotto i 5/6 mm o di maggiore entità sino a superare i 4/5 cm.

La posizione del gibbo, quindi la zona della schiena nella quale si trova permette di solito di indentificare l’apice della curvatura che poi vedremo sulla radiografia.

Scoliosi e gibbo: quando si parla di scoliosi evolutiva?

Secondo gli studi Min Metha se troviamo una scoliosi di oltre 20° e un gibbo di almeno 11/12 mm la scoliosi sarà sicuramente evolutiva e pertanto il corsetto dovrà essere indossato con costanza sino alle fine crescita ossea. La maturazione ossea cambia da persona a persona e può variare da 13 ai 20 anni, mediamente sui 15 osserviamo la comparsa di un Risser 5 che segnala la fine crescita.

Del Risser parleremo in un altro nostro articolo.