La scoliosi idiopatica è una deformazione di tipo tridimensionale e che pertanto coinvolge tutti e tre i piani dello spazio:
- Una deviazione frontale
- Una deviazione laterale o anteroposteriore
- Una rotazione sul piano trasverso
Ed è di quest’ultima che adesso parleremo. La rotazione su piano trasverso produce ovviamente una rotazione dei corpi vertebrali che a loro volta trascinano con loro, a livello toracico, le coste. Mentre a livello lombare non esistono parti ossee adiacenti e pertanto la tensione si oggettivizza soltanto a livello delle traverse e delle componenti muscolari.
Come si evidenza la rotazione sul piano trasverso nei casi di scoliosi?
Questa rotazione si evidenzia e si misura tramite un test, il bending test, o test di Adams, che ogni genitore e insegnante può e deve imparare a svolgere.
- In ortostasi, gambe unite, ma senza tensione, si flette il busto in avanti. Se alla flessione si evidenzia un zona più alta della controlaterale si deve pensare ad una possibile scoliosi, ovviamente la diagnosi spetta solamente al medico.

Il gibbo può essere di lieve entità quindi sotto i 5/6 mm o di maggiore entità sino a superare i 4/5 cm.
La posizione del gibbo, quindi la zona della schiena nella quale si trova permette di solito di indentificare l’apice della curvatura che poi vedremo sulla radiografia.
Scoliosi e gibbo: quando si parla di scoliosi evolutiva?
Secondo gli studi Min Metha se troviamo una scoliosi di oltre 20° e un gibbo di almeno 11/12 mm la scoliosi sarà sicuramente evolutiva e pertanto il corsetto dovrà essere indossato con costanza sino alle fine crescita ossea. La maturazione ossea cambia da persona a persona e può variare da 13 ai 20 anni, mediamente sui 15 osserviamo la comparsa di un Risser 5 che segnala la fine crescita.
Del Risser parleremo in un altro nostro articolo.